Un sodalizio che commercializzava in vasta scala in Sicilia ingenti quantitativi di gasolio agevolato a uso agricolo evadendo Iva e accise è al centro di un’inchiesta della Procura di Catania che ha portato all’esecuzione di misure cautelari personali e reali e al sequestro di beni nei confronti di 15 indagati. I reati ipotizzati, a vario titolo, sono associazione a delinquere, sottrazione fraudolenta all’accertamento e al pagamento delle accise su prodotti energetici, emissione di fatture per operazioni inesistenti, frode in commercio e autoriciclaggio. A eseguire nelle province di Catania, Agrigento, Caltanissetta, Palermo e Ragusa la misura cautelare emessa dal gip sono 45 militari del comando provinciale della guardia di finanza di Catania con la collaborazione di funzionari dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli del gruppo operativo regionale antifrode e dell’ufficio dell’Adm del capoluogo etneo.
Nell’operazione denominata “Green diesel”, sono 5 gli agrigentini finiti nei guai. Uno è stato posto agli arresti domiciliari. Per quattro è stato disposto invece l’obbligo di dimora. Il gip ha disposto gli arresti domiciliari per Pietro La Quatra, di 34 anni, di Licata . Sempre il gip ha disposto l’obbligo di dimora per: Rosario Falco, di 48 anni, di Agrigento; Alfonso Farruggia, di 60 anni, di Agrigento; Salvatore Incardona, di 45 anni, di Palma di Montechiaro; Calogero Sambito, di 64 anni, di Palma di Montechiaro.
L’ordinanza del gip ha disposto il sequestro di beni per circa 2 milioni di euro e dei sei depositi di stoccaggio di prodotti energetici coinvolti nell’inchiesta: cinque nell’Agrigentino e uno nel Palermitano.