
La Polizia di Stato di Latina ha dato esecuzione ieri a un sequestro preventivo disposto dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Roma di due società che operano nel campo dell’edilizia. L’attività costituisce il seguito dell’esecuzione delle misure cautelari eseguite dagli agenti della Squadra Mobile l’11 luglio scorso per tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso, nei confronti di cinque persone collegate in diverso modo, secondo gli investigatori, ad associazioni criminali locali, campane e siciliane, scaturita dalla denuncia di un cittadino che si era aggiudicato all’asta un appartamento sito nel quartiere Campo Boario di Latina.
Tra i destinatari della misura cautelare anche l’ex collaboratore di giustizia racalmutese , Ignazio Gagliardo, di 52 anni.
Gagliardo è balzato prepotentemente agli onori della cronaca il mese di luglio scorso per una brutta vicenda, una tentata estorsione aggravata commessa con modalità mafiose per l’aggiudicazione di un immobile all’asta. E’ stato un pentito di rilievo Ignazio Gagliardo, il primo a rivelare i segreti di Cosa nostra e Stidda di Racalmuto. Ignazio Gagliardo si consegnò al personale della Squadra mobile di Agrigento il 20 agosto del 2004 appena atterrato in aeroporto a Catania. Aveva già trascorso diversi anni da latitante ed aveva trovato riparo in Sudafrica dove – ha raccontato agli inquirenti – aveva vissuto senza problemi conducendo una vita agiata. La decisione di pentirsi la prese dopo aver appreso che la moglie era gravemente malata.