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Maxi retata a Palermo con 181 arresti dei carabinieri. Il blitz ha colpito al cuore la mafia che cerca di ricompattarsi senza troppo clamore, mantenendo il controllo ferreo della città. In manette vecchi e nuovi boss, “colonnelli”, uomini d’onore, ed estortori di diversi “mandamenti” del capoluogo siciliano e della provincia.
Nel mirino in particolare quelli di Tommaso Natale, Porta Nuova, Noce, Pagliarelli, Terrasini, Carini e Bagheria. Torna in carcere il boss di Porta Nuova, Tommaso Lo Presti, scarcerato per fine pena. Aveva celebrato le nozze d’argento a San Domenico , dove c’è la tomba del giudice Giovanni Falcone. In carcere anche Francolino Spadaro.
L’operazione sotto la Direzione Distrettuale Antimafia, con la copertura aerea di un elicottero del 9 Elinucleo di Palermo, ha impegnato 1.200 militari di diversi Comandi provinciali della Sicilia, del Reparto Anticrimine del ROS di Palermo, con il supporto dei “baschi rossi” dello Squadrone Eliportato Cacciatori di Sicilia, del 12 Reggimento “Sicilia”, del 14 Battaglione “Calabria” nonché di altre componenti specializzate dell’Arma. Coinvolte anche altre città italiane.
L’inchiesta, condotta dai carabinieri e coordinata dal procuratore Maurizio de Lucia e dalla procuratrice aggiunta Marzia Sabella, ha svelato l’organigramma delle principali famiglie, gli affari dei clan e l’ennesimo tentativo di Cosa nostra di ricostituire la Cupola provinciale e di reagire alla dura repressione che negli ultimi anni ha portato in cella migliaia di persone.
Oltre ai 181 arresti ci sono anche due misure di presentazione alla polizia giudiziaria. Le accuse, a vario titolo, sono di associazione per delinquere di stampo mafioso, tentato omicidio, estorsioni (consumate o tentate) aggravate dal metodo mafioso, associazione finalizzata al traffico di droga, favoreggiamento personale, reati in materia di armi ma anche contro il patrimonio e la persona, esercizio abusivo del gioco d’azzardo.
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