
La procura di Napoli ha avanzato la richiesta di condanna (anche) nei confronti di tre agrigentini coinvolti in un’inchiesta su un giro di soldi falsi. Il sostituto procuratore Sergio Raimondi ha proposto quattro anni di reclusione per Marco Gambino, 37 anni, (difeso dall’avvocato Francesco Di Giovanna); tre anni e quattro mesi di reclusione per Mario Di Benedetto, 37 anni, (difeso dall’avvocato Giovanni Forte); due anni e otto mesi di reclusione per Tonino Giordano, 32 anni, (difeso dall’avvocato Mauro Tirnetta). Tutti sono di Sciacca.
Gli imputati sono accusati di aver acquistato partite di soldi falsi da una banda di falsari legata al clan camorristico Mazzarella di Napoli. Il processo, che si celebra col rito abbreviato, è in corso davanti il gup di Napoli Maria Luisa Miranda.
L’indagine, che portò all’esecuzione di 63 misure cautelari, ipotizza l’esistenza di una centrale per la vendita che era stata localizzata in un “basso” nel quartiere Mercato Pendino di Napoli. Il procuratore di Napoli Nicola Gratteri ha sottolineato quanto Napoli e la camorra, in particolare il clan Mazzarella, ricoprano il ruolo di leadership in Italia, ma anche in Europa, nella produzione di banconote false. L’indagine è stata condotta dai carabinieri del Comando Antifalsificazione Monetaria, supportati da quelli dei Comandi Provinciali di Napoli, Milano, Salerno e Agrigento, del decimo Reggimento Campania e del settimo Nucleo Elicotteri di Pontecagnano.