
Una cinquantina di tunisini, soccorsi davanti a Lampedusa dalla Guardia costiera che li ha trasbordati da una piccola barca, sono al largo da un paio d'ore perché nell'hotspot dell'isola non c'è posto, 08 maggio 2018. Il centro di contrada Imbriacola, di cui era stata annunciata la chiusura, dopo l'ultimo incendio, dispone di una capienza limitata. Non si sa ancora se i migranti approderanno a Lampedusa o se proseguiranno verso la Sicilia. ANSA
Sono riprese stamane le ricerche di una quarantina di dispersi dell’ultimo naufragio avvenuto nel Canale di Sicilia, al largo delle coste tunisine.
Ieri pomeriggio le motovedette della Guardia Costiera e della Guardia di Finanza avevano sbarcato a Lampedusa 10 superstiti e sei cadaveri recuperati al largo dell’isolotto di Lampione.
I naufraghi erano su un gommone semi affondato. I sopravvissuti hanno riferito d’essere partiti domenica notte in 56 da Sfax, in Tunisia, con un gommone. Dopo meno di 24 ore, mentre erano in acque internazionali, molti migranti sarebbero caduti in acqua durante la traversata forse a causa del mare agitato.
Oggi i 10 naufraghi – sei uomini e quattro donne – verranno ascoltati dalla polizia e si cercherà di ricostruire, con maggiore precisione cosa sia accaduto e di vagliare il loro racconto. Le sei salme, tutti uomini, sono state portate nella camera mortuaria del cimitero di Cala Pisana e verranno sottoposte ad ispezione cadaverica.
Fino ad ora tutti i migranti sbarcati a Lampedusa hanno riferito d’essere salpati dalla Libia.