
È stata Agrigento stamattina la prima tappa del tour in Sicilia di Matteo Renzi, leader di Italia Viva, per presentare il suo nuovo libro “L’Influencer”, edito da Piemme, appellativo da lui coniato e riferito espressamente alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
A Casa Diodoros, accolto dal parlamentare siciliano Davide Faraone e dalla responsabile agrigentina di Italia Viva Roberta Lala, Renzi ha risposto anche alle domande dei giornalisti.
Nell’incontro con i giornalisti ha espresso un giudizio negativo sulla gestione di Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025.
“Una cosa bellissima sulla carta, ma fallimentare nei fatti”, ha detto il leader di Italia Viva che ha denunciato ritardi nei lavori pubblici, strade recuperate all’ultimo minuto e assenza di progettualità.
Renzi ha ironizzato anche sulla vicenda dei tombini coperti con l’asfalto alla vigilia della visita del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. “La responsabilità del fallimento di Agrigento capitale della cultura – ha aggiunto – è di Giorgia Meloni”. Per l’ex premier si è trattato di un ritorno nella Valle dei Templi di Agrigento. Da presidente del Consiglio dei ministri nel settembre del 2016, lo stesso aveva siglato il Patto per la Sicilia che, in materia di crisi idrica, è stato ricordato durante la conferenza odierna.
“L’acqua c’è in questa terra – ha aggiunto Renzi – ma mancano le infrastrutture idriche. Qui, quando ero presidente del consiglio, ho firmato un assegno da sei miliardi di euro al governatore della Regione e una parte di quei soldi dovevano essere destinati alle infrastrutture idriche. La Valle dei Templi è un posto straordinario, però se non hai l’acqua significa che si sta dando l’immagine peggiore di noi stessi”.
“Il miliardo di euro speso dal governo Meloni per il centro migranti che non funziona in Albania è uno spreco”, aveva detto nelle scorse ore. “Sono andato in Albania – ha aggiunto – “per toccare con mano lo spreco di un miliardo di euro degli italiani buttati letteralmente via, quei carabinieri e quei poliziotti servirebbero nelle stazioni di Roma e Milano e non nel centro migranti in Albania. E quei soldi servirebbero nelle scuole e alla sanità”.





