
La Cassazione ha confermato il 41 bis, il carcere duro, al boss sessantanovenne di Grotte, Vincenzo Licata, condannato a tre ergastoli inflitti per associazione mafiosa, omicidi, turbativa d’asta e violazione della disciplina sulle armi. Stessa decisione era stata presa dal tribunale di Sorveglianza di Roma.
“È attuale la capacità del condannato di mantenere i contatti con l’associazione criminale, il comportamento in carcere non solo è privo di tangibili segnali di presa di distanza dai gravi fatti delittuosi, ma anche caratterizzato dalla violazione delle regole interne di convivenza, tanto da derivarne ben 40 sanzioni disciplinari”, scrivono i giudici ermellini.
Il Tribunale di Sorveglianza di Roma aveva già rigettato il ricorso contro il decreto ministeriale del 18 ottobre 2023 con il quale era stata prorogata l’applicazione del carcere duro.