
Nella sparatoria avvenuta a Monreale sarebbero stati esplosi una ventina di colpi di pistola. Secondo le prime risultanze investigative, piccoli scontri si erano già verificati il giorno prima. Poi, nella notte, la situazione è degenerata in una rissa sfociata in sparatoria.
Il primo violento alterco sarebbe scoppiato nei pressi di una pizzeria e del pub 365 in via Benedetto D’Acquisto. Dopo il litigio, alcuni giovani palermitani sarebbero saliti sugli scooter, avrebbero fatto un giro e sarebbero tornati indietro, raggiungendo i coetanei seduti tra i tavolini del locale. Qui sarebbero ripartite le botte, poi gli spari: almeno 20 colpi esplosi.
I responsabili si sarebbero poi dati alla fuga lungo via Vescovado, verso il parcheggio. Uno dei giovani sarebbe stato fermato poco dopo. Gli altri sono stati rintracciati grazie alle immagini delle telecamere di videosorveglianza e alle testimonianze raccolte dai carabinieri, che stanno ascoltando diversi giovani dei quartieri Zen e Borgo Nuovo di Palermo.
In azione sarebbe entrata una vera e propria banda, composta da una decina di persone che dallo Zen si sarebbe diretta nella cittadina normanna con in tasca delle pistole semiautomatiche.
Il gruppetto a Monreale sarebbe stato visto aggirarsi attorno ad alcuni motorini posteggiati proprio nelle vicinanze della Caffetteria 365. Qui Salvatore Turdo, 23 anni, Massimo Pirozzo, 26 anni, e Andrea Miceli di 25, stavano trascorrendo la serata. I giovani erano residenti a Monreale e tutti incensurati.
Forse uno sguardo o una parola di troppo avrebbe provocato la prima rissa, che secondo il racconto di alcuni testimoni si sarebbe consumata a colpi di calci, pugni e lancio di sedie e tavolini.
Il gruppetto dei palermitani sarebbe, quindi, andato via, ma solo in apparenza. In sella ai loro motorini, avrebbero iniziato una ronda intorno al locale dove sarebbero passati per due volte, come riferirebbero alcuni testimoni.
Poi, avrebbero aperto il fuoco. A sparare sarebbero state tre persone. Un diciannovenne del quartiere Zen di Palermo sarebbe interrogato da ore dai carabinieri perché sospettato di essere uno dei ragazzi che, nella notte tra sabato e domenica (26 aprile), durante una lite, avrebbe sparato e ucciso tre coetanei di Monreale. Sarebbe al vaglio degli inquirenti anche la posizione di un secondo giovane palermitano.
Alla base della rissa ci sarebbe stato un apprezzamento dei monrealesi sul modo di guidare il motorino dei giovani del capoluogo.
Le indagini sono ancora in corso.