Patrizia Russo, insegnante agrigentina di 53 anni, è stata ricordata con grande commozione durante il suo funerale, celebrato oggi nella chiesa del Sacro Cuore di Gesù ad Agrigento. Patrizia, vittima di femminicidio, è stata uccisa dal marito Giovanni Salamone lo scorso 18 ottobre a Solero, in provincia di Alessandria. L’omelia, pronunciata da don Giuseppe Cumbo, vicario del vescovo, è stata un invito a trasformare il dolore in amore, immaginando Patrizia accolta in Paradiso con le parole: «Non piangere». È sempre difficile, in situazioni come questa, trovare parole adatte che non risultino scontate o di circostanza, o parole che piuttosto che consolare magari infastidiscono – ha aggiunto don Giuseppe -. Dinanzi al mistero della morte di una innocente si sta in silenzio, si riflette, si piange».
Al funerale hanno partecipato il vicesindaco di Agrigento Aurelio Trupia, il sindaco di Solero Andrea Toniato, e il parroco di Solero, don Mario Bianchi, uno dei primi a giungere sul luogo del delitto. Nel giorno di lutto cittadino, la città di Agrigento si è unita nel dolore per la perdita di Patrizia, con bandiere a mezz’asta e un minuto di silenzio osservato a mezzogiorno.
I figli, Francesco e Giuliana, hanno preso la parola durante la cerimonia, esprimendo il loro profondo dolore per la perdita della madre, vittima di un gesto insensato. «Affronteremo questa realtà difficile senza di te, ma lo faremo come ci hai insegnato: con la forza dell’amore», hanno dichiarato in un toccante tributo.