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Salgono a tre gli indagati nell’inchiesta sulla morte di Davide Licata, il dodicenne favarese deceduto nel marzo dell’anno scorso durante un allenamento di basket alla scuola Guarino di Favara. Sotto accusa, per l’ipotesi di reato di omicidio colposo, oltre al medico dello sport che ha rilasciato, per conto dell’associazione di cui il piccolo era iscritto, il certificato di idoneità, sono stati iscritti sul registro degli indagati pure la dirigente scolastica e il responsabile della polisportiva con cui il ragazzino si allenavano all’interno dell’istituto.
La Procura aveva chiesto l’archiviazione del procedimento a carico del medico sulla base di una consulenza tecnica che esclude una relazione fra la morte, avvenuta per un’ischemia miocardica e la condotta dell’indagato. Una consulenza di parte, commissionata dai legali dei genitori della vittima, ha convinto il gip del tribunale di Agrigento Giuseppe Miceli, a non chiudere il caso.
Il perito di parte lamenta le modalità di esecuzione della visita, ritenuta poco approfondita, e sulla mancata presenza di un defibrillatore, obbligatoria per legge per gli eventi e gli allenamenti delle associazioni sportive, nella palestra dove è avvenuta la tragedia. Alla Procura, quindi, è stato ordinato di svolgere altre indagini.