
Sono state esposte a Bagheria nell’ambito della manifestazione “Epifania dell’arte” , conclusasi alcuni giorni fa, le opere dell’emergente artista ennese Katia Scarlata. I lavori sono stati particolarmente apprezzati dal numeroso pubblico che ha visitato la mostra che ha ospitato quadri di altri pittori siciliani nella splendida location di Palazzo Butera.
“ La mia opera– afferma Scarlata- vuole raccontare una riflessione profonda …sull’amore e su come spesso, nella società di oggi, ci troviamo a vivere relazioni superficiali, basate sull’apparenza o sul piacere fisico, senza andare mai davvero in profondità. Mi piacerebbe invitare a riflettere sull’amore e su come, nella società di oggi, spesso le relazioni siano superficiali, basate sull’apparenza o sul piacere fisico, senza mai arrivare a una vera connessione emotiva”. “ Il colore viola che ho scelto per queste opere – prosegue ancora- rappresenta la spiritualità e il cammino verso la consapevolezza interiore. Il viola è un colore che ci spinge a guardare oltre la superficie e a cercare qualcosa di più profondo. È il simbolo di un viaggio che ci porta a capire meglio noi stessi e gli altri, un percorso che ci aiuta a scoprire un amore più autentico e duraturo. “ Al centro dell’opera c’è la “Ragazza della Fonte” una figura che incarna la genuinità e la purezza. Lei rappresenta un amore vero, che non si ferma alle apparenze, ma cerca una connessione profonda con gli altri. La sua presenza ci invita a riscoprire il desiderio di un amore sincero, capace di arricchirci interiormente e di farci crescere come persone”. “ Intorno a lei – afferma Scarlata – ci sono due figure aristocratiche che le danno le spalle. Queste figure sono ispirate al Casanova, famoso per le sue avventure romantiche e sensuali. Casanova è spesso visto come il simbolo della libertà erotica, ma anche della solitudine emotiva. Nonostante fosse circondato da piaceri, la sua ricerca d’amore era superficiale, senza mai trovare un legame vero con le persone. Accanto a lui c’è una bambola gonfiabile, che rappresenta un amore ridotto a un oggetto fisico, senza valore emotivo. Questo simbolo è una critica alla tendenza di oggi a vedere l’amore come qualcosa di consumabile, un piacere fisico che non va oltre il corpo “La bambola gonfiabile– conclude la giovane artista– è anche un simbolo della riduzione delle persone, in particolare delle donne, a semplici oggetti di piacere, senza riconoscere il loro valore umano ed emotivo. Questo contrasto tra la “Ragazza della Fonte” e il Casanova ci spinge a riflettere sulle diverse forme di amore: uno che è autentico e profondo, che ci arricchisce e ci connette con gli altri, e uno che è superficiale e ridotto al piacere fisico. “Il concetto di Epifania – che è un momento di rivelazione – ci aiuta a capire che l’amore vero non è solo un desiderio fisico o una conquista, ma una connessione sincera che va oltre l’apparenza. L’amore autentico è quello che ci permette di scoprire chi siamo veramente, di avvicinarci agli altri con cuore e mente aperti. La mia opera ci invita quindi a cercare un amore che non sia solo esteriore o consumistico, ma che favorisca una crescita interiore e una connessione profonda con il mondo che ci circonda”. Oggi Katia Scarlata realizza disegni su carta, con rapidograph, acquerelli, pennarelli e matite colorate, usando il tratto netto molto sottile del totale bianco e nero attraverso il pennino dalla punta 0.1, per illustrazioni di piccolo formato. In “Imago carta’– si legge testualmente nella pubblicazione realizzata recentemente e che ha avuto grande successo di critica e di pubblico- “il desiderio, proviene dal mondo femminile, ed è nutrimento figurativo arricchito da un’elaborazione fantastica sontuosa ed originale; pulsa di notazioni, talvolta provocatorie, proprio di un sentire divertito, che vede nel disegno la libertà di racconto. Nelle composizioni grafiche di Katia Scarlata, assistiamo ad un conflitto tra l’aggressività, la voracità, la brama di possesso e il sottile, delicato, tratto grafico; conflitto risolto nella fluidità inventiva. Si avverte una tensione intensa e sottile nei corpi in equilibrio su una gamba, sulle braccia, in torsione, scomposti, deformati dai movimenti, dalle aperture: esse si manifestano nella ‘metamorfosi’ e nell’accrescimento. Lei stessa ci parla di libertà che si increspa tra capelli e piume, di seduzioni, di piaceri, di dame di ferro e giochi di magia. Il suo immaginario è un caleidoscopio di forme, contorsioni ed esuberanze e il segno è sensuale, a tratti frastagliato, che non concede spazio alla continuità percettiva, anzi, tradisce la distorsione che deve porsi come spazialità primordiale”. “Un’arte– secondo Katia Scarlata- che si plasma e si adatta anche ai colorati, molto accesi, all’opposto del totale bianco e nero, uso formati piccoli, medi, grandi e giganti. Quello che mi interessa è arrivare nei cuori di tutti; credo che la mia arte possa essere la chiave di quello che voglio fare, invadere e contaminare ogni settore sociale per lanciare un messaggio di forza, che sia di bellezza, e di speranza, che sia di pace e che sia di coraggio”.
Nino Randisi

