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“È decollato pochi minuti fa, da Teheran, l’aereo che riporta a casa la giornalista Cecilia Sala”, ha reso noto Palazzo Chigi. “Grazie a un intenso lavoro sui canali diplomatici e di intelligence, la nostra connazionale è stata rilasciata dalle autorità iraniane e sta rientrando in Italia”, spiega il comunicato.
Finisce dopo 21 giorni di reclusione nel terribile carcere di Evin, a Teheran, l’incubo di Cecilia Sala, giornalista di 29 anni del Foglio e autrice di podcast per Chora Media. Tre settimane di angoscia per i famigliari e di trattative febbrili da parte della diplomazia e del governo italiano.
Il 19 dicembre, il giorno prima di rientrare in Italia, Sala viene fermata dai pasdaran a Teheran, dove, con regolare visto, era andata per raccogliere materiale per il suo podcast ‘Stories’. Ma la notizia della sua detenzione in isolamento nel carcere di Evin, dove sono detenuti i dissidenti politici, viene resa nota solo il 27 dicembre, quando il riserbo non si riusciva più a tenere. All’inizio non sono noti i motivi dell’arresto ma si parla solo di generici “comportamenti illegali”.
“Diplomazia e lavoro di squadra: Cecilia Sala sta tornando a casa!”, ha scritto su X il vicepremier e ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani.
“Sono orgoglioso di lei”. Lo ha detto all’ANSA Renato Sala, subito dopo aver appreso che la figlia Cecilia sta tornando in Italia.
“Ho pianto soltanto tre volte nella mia vita. Credo che il governo del nostro Paese abbia fatto un lavoro eccezionale. Se mi sente la voce rotta, non vedevo l’orizzonte. E’ stato un lavoro di coordinamento straordinario. Confidavo nella forza di Cecilia”.
“Sto andando a Roma, sono felicissima”, ha detto Elisabetta Vernoni, madre della giornalista Cecilia Sala.
Soddisfazione è stata espressa anche dal compagno della giornalista, Daniele Raineri. “L’ho sentita, mi ha detto; ci vediamo tra poco. Era emozionata e contentissima. Le ho risposto anche io: ci vediamo a Roma”.