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Non meno di un mese fa il sindaco di Canicattì, Vincenzo Corbo, aveva chiesto apertamente le dimissioni del vicepresidente del consiglio comunale, Giuseppe Alaimo, per il suo coinvolgimento nell’inchiesta Ianus. Questa mattina il comune di Canicattì, tramite l’avvocato Ettore Barcellona, è stato ammesso tra le parti civili nel procedimento a carico di sessantacinque persone. Tra queste, vi è anche il vicepresidente Alaimo. Sul giovane politico, in quota Democrazia Cristiana, pende una richiesta di rinvio a giudizio avanzata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Caltanissetta con l’accusa di detenzione illecita di sostanze stupefacenti con l’aggravante di aver favorito l’associazione mafiosa. Oltre al Comune di Canicattì hanno chiesto e ottenuto la costituzione di parte civile il Comune di Gela, il Coordinamento Antiracket ed antiusura, il Ministero dell’Interno e l’associazione antiracket “Legalità per la Sicilia”. L’udienza preliminare, che si celebra nell’aula bunker di Caltanissetta davanti il gup Lorena Santacroce, entra nel vivo. Molti degli imputati hanno formalizzato oggi la richiesta di rito abbreviato mentre per alcuni di loro è stata accolta l’eccezione sollevata dai difensori che lamentavano errori nella notifica di chiusura indagini. Bisognerà attendere ancora qualche udienza – quattro quelle già messe in calendario – per conoscere le determinazioni del giudice. Un primo scossone è comunque arrivato dai pm Claudia Pasciuti, Nadia Caruso e Stefano Strino con il deposito di quattro verbali del nuovo collaboratore di giustizia Orazio Calogero Peritore, noto pusher di Gela nonché profondo conoscitore di ambienti legati al mondo del traffico di stupefacenti. Si torna in aula il 22 febbraio.